Quello dell’economia, oggi, è un argomento molto toccante. E’ assurdo dire e pensare che la crisi sia finita. Chi studia alta finanza sa benissimo che i cicli economici sono in trend ribassista e che l’economia è una forza a se stante che per riavere i suoi equilibri e cambiare tendenza ha bisogno di tempo. Generalmente e statisticamente i cicli economici delle economie occidentali sono quinquennali, magari oggi siamo in fase di stallo o come si dice in gergo finanziario di accumulazione, basta vedere i risultati dei PIL nazionali per capire quale fase economica stiamo passando.
Il il PIL italiano -5,9% il PIL toscano fa registrare un -4.3% e quello di Livorno e Provincia è migliore della media Toscana anche se ascoltando il senitment generale questo non si direbbe…forse siamo un po’ più fortunati degli altri cittadini toscani ma la crisi c’è e si sente. Livorno d’altronde ha molte risorse di cui gran parte a mio avviso inutilizzate. La micro-impresa cittadina è una delle più organizzate e produttive di tutta Italia, basti pensare al pentagono Buontalenti o ai mercati settimanali che denotano tutta la Livornesità degli operatori e la gran voglia di fare. E’ anche vero che gli operatori commercianti si sentono un po’ abbandonati e per questo credo che subito dopo il caos elettorale ci sarà bisogno di aprire le orecchie per concretizzare le esigenze e le richieste degli stessi lavoratori. Come dicevo sopra Livorno ha, per configurazione geografica e per ragioni storiche, indefinite risorse inutilizzate e inespresse. Più o meno sono ben oltre i 2000000 (2 miloni!) coloro che sbarcano o si imbarcano o fanno sosta nel Porto Cittadino e una percentuale bassissima di loro diviene un “Turista” di Livorno. Questo a mio avviso è il settore da analizzare e sviluppare ed è quello che potrebbe dare il valore aggiunto all’economia locale per la creazione di nuovi posti di lavoro, strettamente collegati al commercio, ai servizi e all’artigianato Livornese. Le famiglie sono alle strette e in particolare i giovani di oggi che non riescono a trovare una posizione lavorativa stabile, molti di loro sono in cerca di prima occupazione, molti altri sono precari e tantissimi hanno una laurea di cui fregiarsi ma al momento non utilizzata. Se questa è la tendenza quale futuro per i nostri bambini? “Diamoci una mossa”. Troviamo soluzioni per i lavoratori del presente(purtroppo sono molte le fabbriche che accusano la recessione globale) e sviluppiamo idee nuove per il futuro per tutelare quelle famiglie che in questo momento faticano ad arrivare a fine mese, su questo sono favorevole alla proposta nazionale che prevede
- Un sostegno temporaneo al reddito dei precari e dei lavoratori che perdono il lavoro (senza copertura assicurativa) in aggiunta a specifici programmi di formazione e reinserimento lavorativo;
- Estensione della copertura della Cassa Integrazione Ordinaria e Straordinaria (CIG e CIGS) alle piccole imprese;
- Sospensione del pagamento del mutuo per l’acquisto della prima casa per i lavoratori che perdono il posto.
Luca Fiordi