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il Tirreno — 05 gennaio 2010   pagina 01   sezione: LIVORNO

LIVORNO. Aspettando l’agognata rinascita, le Terme del Corallo si prendono la rivincita. Su Facebook è nato il gruppo “Salviamo le Terme del Corallo”, che in pochi giorni ha conquistato quasi mille “fan”: le adesioni ieri sono salite a quota 982 e il popolo del Corallo, armato di corazza anti-cavalcavia, cresce di ora in ora.  A lanciare l’idea è stata Silvia Menicagli, biologa appassionata di architettura, che qualche anno fa ha pubblicato un libro dedicato proprio alle terme-gioiello ormai arrugginite.  Il grido che rimbomba dal web, dopo anni di carte bollate, è chiarissimo: salviamo l’edificio dal dimenticatoio. E in fretta. L’obiettivo è altrettanto chiaro: «Raccogliere nomi di persone che hanno a cuore la sorte dello stabilimento termale per presentarle al sindaco, affinché possa dirottare fondi e interesse per il recupero della struttura (che è appena tornata nelle mani del Comune, ndr)». Come a dire: San Facebook, aiutaci tu.  Il dibattito in rete: alle terme come al moletto. «Se le terme tornassero in funzione, le domeniche d’inverno, al posto del moletto, ci starebbero discretamente». Ci scherza su Matteo, uno degli iscritti al gruppo, mentre vecchie foto e filmati targati Luce fanno rivivere i fasti di un tempo. Silvia Menicagli, al contrario delle voci ufficiali, è convinta che sia possibile riaprire le terme perché «la zona è ancora ricca di falde saline e i pozzi hanno bisogno di nuovi accertamenti». Comunque sia – è il messaggio che arriva da Internet – l’intero complesso potrebbe essere messo al servizio della città creando spazi polivalenti. «Mi viene da piangere quando vedo strutture come il Corallo e la Fortezza Vecchia trattate così». E ancora: «Mi si stringe lo stomaco quando passo sul cavalcavia e immagino quegli affreschi che purtroppo non ho mai visto». Un giudizio unanime: perché il Corallo possa rinascere il cavalcavia della stazione, che ne oscura facciata e giardini, deve lasciare spazio a un sottopasso.  Nello scatolone del web disinformazione e dubbi si mescolano a entusiasmo e voglia di capire. E in molti puntano il dito contro la politica. Così il dibattito si allarga: intervengono residenti della zona, preoccupati per l’insicurezza che si respira di notte («tra “buìni” e stupratori»), e perfino consiglieri comunali di maggioranza, chiamati in causa alla voce “finanziamenti”.  Se anche i consiglieri “postano”. Chi pensa che le discussioni virtuali siano ben lontane dai banchi della politica si sbaglia di grosso. La partecipazione del consigliere del Pd, Luca Fiordi, alla discussione accesa su Facebook il 31 dicembre ne è un esempio. «Mi iscrivo a questo gruppo perché sono felice quando vedo gente che come me pensa alla propria città e alle sue risorse artistico culturali», scrive Fiordi. «Devo però sottolineare che il consiglio comunale ha appena preso un’importante decisione». E giù con la delibera approvata il 12 ottobre, che ha riportato il parco storico e gli edifici monumentali nelle mani del Comune, in cambio del via libera agli ultimi proprietari (Cagliata e Bottoni) alla realizzazione di 124 appartamenti nell’aera degli ex capannoni della Coca Cola. I privati verseranno al Comune un contributo di 330 mila euro, che insieme al milione e mezzo di oneri di urbanizzazione, servirà a mettere in sicurezza il parco e riaprirlo alla città (i lavori dovrebbero partire in primavera). Per i bellissimi edifici in stile liberty, però, ci saranno da attendere ancora un bel po’ di tempo e svariati milioni di euro. – Juna Goti

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